Nome
Florence Nightingale.
Quando e dove sei nata?
Sono nata a Firenze il 12 Maggio 1820.
E come mai hai un cognome
inglese?
Mio padre era inglese, mentre mia madre
aveva origini italiane benchè la sua famiglia si fosse trasferita in Gran Bretagna
da quasi un secolo.
Quando mi aspettava, decise di tornare
alla città dei suoi avi e io porto il nome di Florence in onore di Firenze.
E' vero che la tua famiglia
era già famosa?
Assolutamente!
Mio padre William Shore (che poi cambiò il cognome in Nightingale
che vuol dire usignolo, nda) era un noto epidemiologo e mio nonno un
abolizionista.
Come mai hai scelto la
difficile professione dell'infermiera?
All'inizio volevo fare la suora, ma in
qualche modo sentivo che non sarei stata abbastanza utile, perciò decisi di
prendere una pausa e con alcuni miei amici visitai nel 1849 Firenze, l'Egitto,
la Grecia e la Germania.
Ebbi modo di vedere molte persone
soffrire e capii che dovevo fare qualcosa per aiutarli, così diventai
infermiera.
E poi?
Non fu certo tutto rose e fiori, allora
le infermiere non contavano assolutamente nulla e poi c'era la guerra (la guerra di Crimea, nda) a complicare
le cose.
Partii volontaria e fu per me l'esperienza
che mi cambiò la vita.
E' vero che ti ammalasti?
Sì, contrassi la brucellosi che da
allora minò gravemente la mia salute senza però impedirmi di continuare il mio
lavoro.
Osservavo giorno e notte, annotando ogni
situazione sui miei quaderni e cercando il modo per migliorare la vita
ospedaliera dei pazienti.
Tanto da guadagnarti il nome
di Signora della Lampada.
Esatto, vegliavo anche di notte i miei
pazienti mentre i medici dormivano.
Al tuo ritorno in Inghilterra
hai cambiato per sempre la medicina.
Non mi prendo questo merito, ma posso
dire che grazie alla Regina Vittoria che pubblicò il mio quaderno, da allora
molte cose sono cambiate.
Qual è stata la tua rivoluzione?
Ho semplicemente ricordato delle nozioni
elementari ai medici e anche agli infermieri: nessuno è Dio, tutti devono
imparare, devono ricordarsi che i pazienti sono persone che vanno ascoltate e
rispettate e soprattutto non devono trascurare l'igiene.
Quello che ora sembra scontato, come
lavarsi sempre le mani col disinfettante, allora era trascurato e comportava la
morte di decine di pazienti.
E' vero che i grafici a torta
li hai inventati tu?
Oh, i cari vecchi coxcombs! Sì è vero,
con quelli riuscivo a campire meglio la situazione dei pazienti in ospedale.
Adesso cosa diresti ai giovani
che vogliono accingersi a queste professioni?
Siate umili e puliti!
Un esempio di medico o
infermiere che proporresti a questi studenti?
Hunter Patch Adams, con il suo sorriso
ha curato molte più persone di quante ne abbia mai salvate un bisturi.
Una frase per farti ricordare?
L'assistenza è un'arte, anzi è la più
bella delle Arti Belle.
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